Luglio 2024

Trapianto di cellule staminali embrionali umane in pazienti con diabete mellito di tipo 1 (T1D): stato di avanzamento dei lavori.

Il trapianto di cellule staminali umane prelevate dalla massa cellulare interna della blastocisti che rappresenta uno degli stadi più precoci della formazione dell’embrione, è un potenziale un approccio alla cura radicale del T1D.

Queste cellule sono pluripotenti (hPSC), e cioè in grado di differenziarsi ed evolvere, in accordo a precisi stadi maturativi, verso elementi funzionalmente competenti, di fatto tutti i 200 tipi di cellule conosciuti nell’organismo umano, capaci di sovraintendere ai compiti specifici affidati (esempio, cellule del fegato, del pancreas ecc).

Il processo di differenziazione delle cellule staminali pluripotenti umane (hPSC) è molto complesso, lungo e richiede l’incubazione delle cellule con sofisticati fattori di crescita e molecole specifiche che nel tempo rendono possibile la trasformazione di cellule embrionali in cellule simili alle β-cellule che nel pancreas endocrino normale producono e secernono insulina. Di queste cellule ha bisogno l’organismo con T1D che notoriamente, causa la distruzione autoimmunitaria delle cellule β delle Insule di Langerhans del pancreas endocrino non è più in grado di produrre insulina (ciò che porta ad un incontrollato aumento della glicemia con complicanze acute e croniche).

Queste cellule neoformate vengono definite “β-like” perché ovviamente non sono identiche alle cellule β normali ma sono in grado di produrre insulina in risposta allo stimolo. Uno dei problemi principali da affrontare è quello dei tempi richiesti per la maturazione delle cellule embrionali, che come sopra accennato, sono molto lunghi non solo prima (in vitro) ma anche dopo il trapianto, sia a livello pre-clinico (animali da esperimento in genere topi) che clinico (primi pazienti trattati nel 2022).

La Vertex Pharmaceuticals Inc. di Boston USA ha ottenuto nel 2021 il permesso da parte di FDA (Agenzia del Farmaco USA) di iniziare una sperimentazione clinica in fase I/II a base di cellule staminali embrionali maturate in vitro (nome del prodotto VX-880) impiantate nel fegato di pazienti con T1D mal controllato con la terapia standard. 2/16 pazienti, che erano sottoposti a regimi di immunosoppressione farmacologica generalizzata onde evitare il rigetto immunitario, hanno mostrato una progressiva riduzione della terapia insulinica fino a sospenderla a 270 giorni dal trapianto.

La Vertex ha inoltre ottenuto l’approvazione da parte della FDA di un’altra sperimentazione clinica in fase I/II dello stesso prodotto, ovvero hPSC, però all’interno di un dispositivo per evitare il rigetto immunitario senza immunosoppressione farmacologica dei riceventi (nome del prodotto VX-264). Nei prossimi mesi si potrà fare un bilancio sia pure provvisorio di questa nuova strategia per la terapia cellulare e molecolare del T1D.

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