Il più antico degli approcci alla cura finale del diabete mellito di tipo 1 (T1D), al posto della classica terapia insulinica intensiva, a partire dal 1982, è stato il trapianto di insule pancreatiche, estratte dal pancreas di donatori umani e trapiantate in pazienti affetti dalla malattia, sotto immunosoppressione farmacologica dei riceventi onde evitare il rigetto immunitario, o come ha fatto primo nel mondo, il nostro Laboratorio Trapianti Cellulari Endocrini ed Organi Bioibridi dell’Università di Perugia, proteggendo le insule in speciali microcapsule per consentirne l’attecchimento, senza dover ricorrere alla terapia immunosoppressiva generalizzata, gravata da molteplici effetti collaterali.
Tuttavia il successo di tale approccio è stato globalmente piuttosto limitato dal punto di vista numerico effettivo, sia dei pazienti con T1D che dopo il trapianto ha potuto sospendere la terapia insulinica, talvolta “pro tempore”, che dei Centri internazionali in cui tali successi sono stati ottenuti, che possono contarsi sulla punta delle dita. Un altro problema è stato da sempre rappresentato dai costi del procedimento e della possibile rimborsabilità dello stesso da parte degli Organismi Sanitari, di fatto finora limitato a Canada, Francia e Australia.
Un passo in avanti, molto recente (Luglio 2023), in tal senso, è venuto dagli Stati Uniti d’America, dove l’Agenzia del Farmaco Food and Drug Administration (FDA) ha ufficialmente approvatoufficialmente l’impiego del trapianto delle insule pancreatiche umane in pazienti con T1D sottoposti ad immunosoppressione farmacologica, riconoscendogli lo status di “farmaco”(sdoganando pertanto un procedimento confinato alla pura sperimentazione clinica di fase I-II). Questo “prodotto” a cui è stato assegnato il nome ufficiale LANTIDRA (donislecell), è raccomandato per pazienti con T1D che pur seguendo regimi di terapia insulinica intensiva, non sono in grado di controllare la glicemia, con valori elevati di emoglobina glicata, e frequenti episodi di ipoglicemia grave, per ridotta capacità di riconoscere i classici sintomi del calo degli zuccheri (“hypoglycemiaunawareness”), indici entrambi suggestivi di un diabete mal controllato. Ovviamente, un diabete in cattivo controllo glico-metabolico è causa di varie complicanze a carico di organi ed apparati importanti come occhio, rene, apparato cardio-vascolare e sistema nervoso. Molte di esse hanno effetti altamente invalidanti e talora letali, comportando oltre tutto un enorme carico finanziario al Sistema Sanitario Nazionale.
LANTIDRA è un prodotto che viene da lontano, messo a punto dopo 20 anni di intenso lavoro da parte di CellTrans Inc., uno spin-off della University of Illinois di Chicago (UIC). Proprio la UIC aveva varato nei primi anni 2000 un programma di ricerca, il Chicago Project per il perfezionamento della separazione e purificazione delle insule pancreatiche umane a cui il nostro Laboratorio di Perugia è stato attivamente chiamato a partecipare, con numerosi viaggi a Chicago nei laboratori di ricerca e scambio di insule pancreatiche umane tra Chicago e Perugia.
Si tratta sempre di insule di Langerhans, estratte dal pancreas di donatori umani da trapiantare per infusione nella vena porta che raggiunge il fegato, sotto immunosoppressione farmacologica dei riceventi, ma è la prima volta che la US FDA la approva ufficialmente, come sopra accennato, come “farmaco” somministrabile a quelle classi di pazienti con T1D di cui sopra si accennava. Si tratta di un prodotto che risponde pienamente ai requisiti di sicurezza ed efficacia mai fino ad ora riconosciuti ad altri prodotti similari da FDA. Il “farmaco” si somministra in infusione unica dopo incannulamento transcutaneo della vena porta in anestesia locale, ed il procedimento può essere ripetuto, dipendentemente dalla risposta metabolica del paziente sottoposto al trattamento.
I criteri di sicurezza ed efficacia del farmaco, che ne hanno consentito l’approvazione, sono stati ben dimostrati da due studi clinici eseguiti in 30 pazienti, con le caratteristiche cliniche sopra menzionate, che venivano sottoposti ad uno e fino a tre infusioni delle insule pancreatiche. Qualche effetto collaterale è stato rilevato come conseguenza della terapia immunosoppressiva, peraltro indispensabile al mantenimento della vitalità delle insule impiantate, ma senza significativa compromissione dello stato di salute generale dei pazienti trattati.
In sintesi, i benefici legati all’uso di Lantidra superano largamente i rischi legati al procedimento, in pazienti con diabete mal controllato e incontrollabile con i comuni schemi di terapia insulinica ottimizzata, ed i punti di forza del nuovo farmaco possono essere così riassunti:
1. Il trapianto di insule è in grado di ripristinare un buon controllo glico-metabolico in gran parte dei pazienti trattati, con effetti benefici che possono persistere per anni;
2. Il trapianto di insule migliora la qualità di vita dei pazienti trattati consentendo loro di praticare attività precedentemente a loro precluse;
3. Il trapianto di insule può rallentare o indurre la rfemissione di molte debilitanti complicanze secondarie del diabete di tipo 1;
4. Anche se la funzione del trapianto risultasse parziale, il trapianto porta comunque ad un miglioramento del controllo glicemico, ridotto consumo di insulina esogena e miglioramento della qualità di vita del paziente;
5. L’impiego di LANTIDRA è generalmente sicuro, in quanto la procedura di impianto è mini-invasiva;
6. La maggior parte dei rischi associati al trapianto di insule dipende dall’uso dei farmaci immunosoppressori, peraltro già approvati per il trattamento anti-rigetto dei trapianti d’organo, in base al loro favorevole rapporto rischio/beneficio;
7. Il diabete di tipo 1 instabile (brittle) è una malattia debilitante che non è controllabile con i comuni protocolli di terapia insulinica, ed in questi casi il trapianto di insule resta un’opzione terapeutica efficace;
8. Più di 20 anni di esperienza con il procedimento ne hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia nei pazienti con diabete di tipo 1 brittle;
9. Gli effetti avversi dell’immunosoppressione farmacologica possono essere evitati con l’impiego delle microcapsule, impiegate da decadi presso il nostro Laboratorio per i Trapianti Cellulari Endocrini ed Organi Bioibridi di Perugia.